Godo a Londra: Roast restaurant

Il terzo appuntamento con Godo a Londra riguarda un ristorante. La mia visita non ha pretese di essere esaustiva del panorama londinese delle pasticcerie ma va detto che finora l’escursione non è stata entusiasmante.
Ora è la volta di un ristorante, il Roast, indicato da un amico di cui mi fido molto.

Pasticcio di pesca melbaIl locale è bellissimo, nel cuore del più antico mercato londinese.
Ho mangiato e bevuto benissimo quando arriva il momento del dolce e una volta scorsa l’invitante lista con una certa lentezza (l’inglese non è il mio forte) mi butto su Elderflower Jelly with peach melba mess, che sarebbe poi un Pasticcio di pesca Melba con gelatina di sambuco. Attenzione, Melba va con la maiuscola perché si tratta di una cantate lirica amata da Escoffier! Comunque questo dessert è molto invitante, vada per questo!

Dopo poco vedo venire verso di me il cameriere affranto, mi dice che questa sera quel dolce è piaciuto molto ed è terminato. Deve aver notato la mia faccia, che non è precisamente quella di un giocatore di poker e mi dice che lo chef può preparami un dolce usando la stessa base del precedente ma con un altro frutto. Vada per l’esperimento.

Insieme con la coppa mi viene portato a parte – per farsi perdonare? – Un bicchierino da cherry pieno di uno strano liquido giallino. Mi fanno capire che lo posso versare sulla mousse burrosa che mi è stata servita perché quello è l’elderflower, anche se non in forma di gelatina. Provo, che mi importa? Cosa mi può succedere?
Due, tre cucchiaini di questo liquido denso.
Assaggio curioso.
E’ squisito. Ancora cucchiaini, saccheggio il bicchierino. Buonissimo questo sciroppo di eldenflower. Fiori di sambuco. Produzione locale, ne sono orgogliosissimi. E li capisco.

Godo Coldolce

Vedi anche:
Godo a Londra 2: Hummingbird Bakery
Godo a Londra 1: Patisserie Valerie

Una napoletana a Bologna

Sorbetto alle Fragole Profumato al BasilicoE’ stata una sorpresa.
So di soffrire di un pregiudizio nei confronti delle pizzerie. Si tratta spesso di luoghi un po’ abborracciati, sia per arredamento che per cultura del cibo. diventati il teatro misero di uno pseudo-fast food a pseudo-buon mercato. Quindi mi avvicino sempre con prudenza.
E’ stato così anche questa volta anche se un amico fidato mi aveva parlato bene di questo posto.
E infatti… la bontà delle referenze è stata pienamente confermata. La preparazione della pizza è legata ad un disciplinare, quindi pizza tipicamente napoletana (quella che prevede la pizza alta e soffice) e alto profilo degli ingredienti, a mio giudizio molto buona.

Ma veniamo al godocoldolce del caso… come fine pasto ho ordinato un sorbetto, la sorpresa è stata che non mi è stato propinato il solito intruglio da pizzeria scadente a base di last al limone e spumante di san marino.

La sorpresa è stata un vero sorbetto ben equilibrato (forse lo avrei preferito leggermente più zuccherino, ma qui entriamo nel gusto personale).
Quindi ecco a voi la ricetta del sorbetto di fragola di Marco Martino della Pizzeria Tonino di Bologna.

Sorbetto alle Fragole Profumato al Basilico

Ingredienti

Fragole 312 gr.
Zucchero 37 gr.
Succo di Limone 2,5 gr.
Acqua 65 gr.
Sciroppo di Fragole 10 gr.
Basilico Fresco e Profumato 2 foglie

Preparazione

Prendiamo delle fragole grandi e mature, le tagliamo a pezzi, aggiungiamo lo zucchero, le foglie di basilico e lasciamo macerare il tutto per 8 ore.
Mettiamo a cucinare l’acqua con lo sciroppo, a cottura ultimata lo lasciamo raffreddare.
Prendiamo le fragole macerate, tiriamo via le foglie di basilico, aggiungiamo il succo di limone, lo sciroppo freddo e frulliamo il tutto.
Infine mettiamo il composto nella sorbettiera, facendo girare fino a densità voluta.
Lo serviamo a palline con una foglia profumata di basilico.

Immersi nell’armonia

Dolce al frutto della passione.

Ci sono posti in cui si capisce bene quale strada potrebbe portare il paese fuori dalle secche economiche e occupazionali nelle quali si trova. Quella del rigore e della ricerca instancabile dell’eccellenza, campo in cui noi italiani siamo, saremmo, imbattibili. E non copiabili dai cinesi.
Uno di questi posti si chiama “Ristorante Uliassi” e si trova a Senigallia, Marche, in una cittadina lontana dalle grandi rotte, dalla grande industria ma che evidentemente ha qualcosa da insegnare al paese in termini di servizi e creazione di qualità e lavoro, se nel raggio di un chilometro ci si trovano ben due doppie stelle Michelin (l’altro sito di pregio è La Madonnina del pescatore di Moreno Cedroni).

E’ un posto – quello di Uliassi – dove trovi concentrate tante cose in un posto solo.
Sera, luce del tramonto, terrazza sulla spiaggia, luna piena (servita solo pochi giorni al mese) accoglienza calda, grazie alla elegantissima padrona di casa, Catia Uliassi, mai invadente ma impeccabile nei dettagli, tutte cose che generano un’armonia che non è fatta solo di cibo e vini di altissima qualità ma insieme a questi produce benessere fisico e mentale. Armonia.
Un particolare fra tanti: le portate toccano terra – scusate, tavolo – davanti ai vostri occhi e a quelli dei vostri commensali sempre ed esattamente nello stesso momento. Sembra irrilevante? Provate.

Ma io sono Godo e fra un “Maialino arrosto laccato” che lascia senza parole, un “Riminifest” rivisitazione ironica e raffinata degli spiedini di pesce da sagra romagnola e i pluripremiati “Spaghetti affumicati alle vongole e pendolini alla griglia” di cui mi dichiaro dipendente come un tossico… devo parlare dei dolci partendo da un momento teoricamente off limits per gli stessi: l’entrata.
Ebbene Mauro Uliassi ti spiazza – e ti coccola – fin dall’entrata con un “Loacker al fois gras” che per ironia e citazione – oltre che per la bontà – merita un posto in questo blog. Viene servito direttamente nelle vostre mani e con queste lo si mangia ed è a tutti gli effetti un vero loacker. Senza parole. Se vi capiterà la visita vi consiglio di interrompere i discorsi e dedicare un minuto di concentrazione a lui, al “Loacker al fois gras”. Se siete golosi, avrete di che argomentare.

Passiamo al dolce vero e proprio, uno solo, date le numerose portate precedenti.
Intanto la casa prevede un pre-dessert servito in un elegante vassoietto: vi aspettano un microscopico bombolone, una mini “crema catalana al caffè” e un “crumble al nero di seppia”. Quest’ultimo somiglia ad un acrocco di mirtilli abbracciati fra loro, di forma irregolare e della grandezza di un acino d’uva, servito su un cucchiaino. Oltre al sapore, squisito, cioccolatoso c’è un effetto studiato per resettare il palato, frizzoso come quelle caramelle di una volta che sembravano effervescenti.

E veniamo al dolce vero e proprio: “Zuppa di frutto della passione con gelato di yogurt, pepe rosa e rucola”. C’è dentro tutta la sapienza di chi sa proporti un dolce che sa di dover entrare in quella parata di meraviglie in punta di piedi, proprio perché preceduto da grandi portate. E sa farlo con equilibrio accompagnandoti alla fine di una passeggiata nell’armonia.
Questa, una volta, si chiamava “classe”.

Godo

Cromatismo naranja un dolce? Certo, e che dolce…

Ristorante “El Celler de Can Roca” Girona, Spagna

Il ristorante dei fratelli Roca non ha bisogno di presentazioni, né dell’ennesima recensione, visto che si è collocato al 4° posto della classifica S.Pellegrino World’s 50 best Restaurants 2010. Tuttavia è d’obbligo un breve commento al sontuoso pranzo – con una specifica attenzione ai dessert in omaggio a Godo – ed alla squisita accoglienza che hanno segnato la conclusione di uno splendido viaggio nei Pirenei alla ricerca dei formaggi perduti.

Il pre-dessert era costituito da un soufflè alla rosa circondato da una delicata gelatina zuccherosa.
Il dessert vero e proprioè a nostro parere un capolavoro artistico sia per la composizione, che per i colori e per il gusto.
Indimenticabile. Probabilmente la migliore portata di tutto il banchetto!
Si chiama “Cromatismo naranja” (Colorazione arancio), è costituito da striscie di carote, gelato di crema al gusto di albicocca e frutto della passione, zucchero aromatizzato all’arancia e dadini di arancia sanguinella.

Dolce a fine pasto al Ristorante "El Celler de Can Roca" Girona, Spagna.

Per finire alcune scatole di deliziose praline al cioccolato aromatizzate per accompagnare il caffè.

Nicolò De Trizio

Coulis di pesche con cioccolato

di Ivan Fantini, Osteria Veglie in Volo

Ingredienti per 4 persone

– 1 chilo di pesche molto mature
– 300 grammi di zucchero di canna
– cioccolato fondente 70% q.b.

Lavate le pesche e tagliatele a cubetti privandole del nocciolo.
Mescolate i cubetti con lo zucchero di canna, quindi ponete il preparato in un “chinoise” * e lasciate a macerare per 24 ore.
Il segreto di questa semplicissima preparazione sta nel fatto che ogni volta che passate davanti al chinoise… dovete dare una strizzatina con le mani al preparato, favorendo la sua macerazione e la colatura. Infatti “coulis” vuol dire proprio questo: colatura.

A parte avrete scaldato il cioccolato a bagno maria, spennellate i vostri stampi con la cioccolata calda e metteteli in frigo.
Quando pronti, riempiteli col nettare colato e servite.

*La chinoise è un colino a maglia sottile, ideale per filtrare brodi o passate. Prende il nome dalla sua somiglianza con il cappello di paglia dei contadini cinesi, a forma di cono.