ZUCCHERO A VELO? “Canestrelli Pollock”

L’idea per questa disquisizione nasce da un pasto in compagnia di due splendidi amici che conducono una sorta di piccola battaglia contro il prezzemolo e lo zucchero a velo. Il prezzemolo si abbina ad ogni piatto, sta bene dappertutto? No. Personale e modestissimo parere di tre commensali riuniti una domenica qualunque in un ristorante bolognese. Nel vastissimo mondo dei dolci il prezzemolo è facilmente identificabile con lo zucchero a velo, ma vorrei prima spezzare una lancia in favore del suo utilizzo:
Si riesce ad immaginare un canestrello senza lo zucchero a velo?
In questo caso la presenza dello zucchero è fondamentale altrimenti cosa si addenta? Un a-canestrello o un alfa-canestrello: un canestrello privato di qualcosa. Ma quando ci sediamo in un ristorante e a fine pasto ordiniamo una semplicissima (ma assolutamente non banale) panna cotta al caramello, è proprio necessario che arrivi cosparsa o meglio seppellita da una coltre di zucchero a velo? Si può parlare di alfa-pannacotta??? No. Lo zucchero a velo non sta bene dappertutto. Per questo motivo oggi proponiamo una ricetta semplicissima che prevede l’uso del canestrello con il suo inseparabile zucchero a velo (ma non il prezzemolo). Li abbiamo chiamati “Canestrelli Pollock” in onore del maestro fondatore della tecnica del “dripping”, che consiste nel versare gocce di colore sulla tela invece di utilizzare il pennello.

Canestrelli Pollock_ArtemisiArtemista

Gli ingredienti sono:
canestrelli
cioccolato bianco
cioccolato fondente
frutta secca

Disporre i canestrelli su un vassoio. Sciogliere i due tipi di cioccolato a bagnomaria separatamente. Immergere la frutta secca nel cioccolato fuso e disporla nel centro del canestrello. Riempire due sac à poche con il cioccolato fuso da far gocciolare sui canestrelli. E prima che il cioccolato si indurisca del tutto si spolverino i biscotti con granella di pistacchio. Lasciar raffreddare e servire.

DiegoeGodi per BB&D

Baci del cavaliere

Anche quando la giornata intristisce il mio dugongo non si arrende mai e non si fa fermare da nulla. Pertanto gli amaretti e i fiocchi di latte diventano i due ingredienti per realizzare un simpatico dolcetto.

I baci di dama sono realizzati con un impasto a base di nocciole e un ripieno di cioccolato, per contrasto quindi abbiamo ribattezzato questi bocconcini i “baci del cavaliere”.

baci del cavaliere_fotografia Cristina Principale

Baci del cavaliere_fotografia Cristina Principale

Ingredienti
Amaretti q.b.
Fiocchi di latte q.b.

Esecuzione
Prendere un cucchiaino di fiocchi di latte e adagiarlo sul fondo di un amaretto. Accoppiare un altro amaretto.
I dolcetti devono riposare in frigo per almeno un’ora in modo da ammorbidirsi per bene.
Le varianti sono innumerevoli, quella di oggi prevedeva una grattugiata di cioccolato fondente all’ultimo.

Come di solito accade NEL NOSTRO LABORATORIO DOMESTICO (il regno della gola vorace e insaziabile) i dolcetti sono spariti in un battibaleno.

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Baozi, boeri & dugonghi

Nella cucina cinese, un baozi, chiamato anche bao o bau, è un tipo di panino ripieno cotto al vapore. Può essere ripieno di carne e/o verdure tritate o anche di creme dolci. Nella cultura cinese, è man

giato sia nei pasti che a colazione.

Nello specifico i baozi dolci prendono il nome di:

doushabao ripieno di crema di fagioli rossi dolce (di colore marrone scuro);

lingyoong bau ripieno di crema di semi di loto zuccherata (di colore marrone chiaro);

naihuangbao ripieno di crema pasticcera.

Un boero, è invece un cioccolatino che racchiude una ciliegia sotto spirito.

Il dugongo (Dugong dugon) è un mammifero dell’ordine dei Sirenii; l’unica specie del genere Dugong e della famiglia dei Dugongidi. E’ un animale acquatico di grossa mole e di colore grigio-biancastro che può superare i3 metridi lunghezza, per un peso compreso tra 400 e500 kg. […] Il dugongo ha una struttura fisica tozza e compatta che gli ha fatto guadagnare il popolare soprannome di “mucca di mare”; anche la testa ha una forma insolita, caratterizzata da minuscoli occhi e orecchie e da un grosso paio di spesse “labbra”: mentre i primi sono però fattori propri di molti mammiferi marini (si pensi alla balena o all’orca), il secondo è posseduto solo da questa specie, ed è dovuto alla sua particolare dieta. La sua pelle è, al pari degli altri sirenii, usata principalmente come accumulatore di materia grassa, risorsa che torna utile durante l’inverno come protezione termica dalle basse temperature.

Ecco di cosa tratterò…di panini, cioccolatini e mammiferi…o più semplicemente di tutto e niente.

DiegoeGodi per godocoldolce.it_foto Cristina Principale

Da buon goloso sono anche curioso, il mio istinto mi guida verso nuove sensazioni e così in un infimo ristorante di periferia si scopre un naihuangbao, frequentando un ambiente familiare si RIscopre un boero, se si esagera si adotta un dugongo sulla cintura addominale. Il dugongo è sempre in agguato a ricordarci di non essere ingordi.

DiegoeGodi per BB&D