Per una crostata zen: Crema dolce di mele e zucca

“Oggi 28 giugno in Giappone è il giorno del parfait「パフェの日」.”

Dice la blogger di Giappone Mon Amour!

Oggi Godo continua a sfogliare un breve ricettario di cucina Zen tradizionale dell’antico Giappone, che raccoglie aneddoti sulle scelte dei monaci buddisti Zen che ancora selezionano e prepararano il cibo in modo da garantirsi longevità e ringiovanimento.

Seguo dunque alcuni dei consigli dispensati dall’autore:

“Cucinare – non vuol dire copiare pedissequamente una ricetta – dev’essere una creazione vera e propria. La regola d’oro è che il piacere di creare rende il cibo più succulento.”

Così dopo aver provato il gusto di impastare la frolla zen, ho provato a riempirla con una crema a base di acqua, che può essere servita anche fredda, ma che trovo deliziosa cotta nella crostata senza zucchero.

crostata zen con crema di mele e zucca__fotografia Cristina Principale

  • Sbucciare la stessa quantità di mele e di zucca da far saltare in padella per 15 minuti in 2 cucchiai di olio di mais.
  • Durante la cottura aggiungere 1/2 tazza d’acqua, la cannella, la noce moscata e un pizzico di sale.
  • La crema andrà versata in una coppa e messa a bagno nell’acqua fredda, prima di essere cosparsa di croccanti mandorle tostate e tritate.

Anche in questa ricetta mancherebbe lo zucchero, ma “creando”, l’ho aggiunto insieme all’uovo e al latte.

Che ne pensate?

“Quelli che in Giappone vanno sotto il nome di yin e yang, in Europa sono indicati con i termini chimici di acidità e alcalinità. I cibi acidi sono ricchi di potassio, quelli alcalini di sodio. Lo yin si espande e  lo zucchero è yin”, si espande!

ad maiora

Per una crostata zen

amepiace_fotografia Cristina Principale

2 tazze di farina integrale
2 tazze di farina bianca di grano tenero
¾ di tazza di olio di mais
½ cucchiaino di sale
la buccia di una arancia grattugiata

Come fare?
Mischiare in una grossa scodella le farine, il sale e la buccia d’arancia con l’olio, che servirà a rendere l’impasto croccante a fine cottura.

Il segreto per fare una buona base per una crostata macrobiotica consiste nell’usare dell’acqua…ghiacciata.
Quindi si proceda aggiungendo acqua finché la pasta “non raggiunga la consistenza del lobo del vostro orecchio” (cit. Michel Abehsera). La palla morbida ottenuta andrà lasciata riposare per la solita mezz’ora prima di essere stesa, farcita e cotta in forno a 180°.

Una variante eccezionale al posto dell’acqua sarà qualche tazza di tè alla menta. Il consiglio per il ripieno: una crema di mele e zucca che segnalerò a breve, dopo averla prima sperimetata!

ad maiora

Crema al mascarpone senza uova

Il “dessert” della CENA Godo Coldolce a Bologna

Crema al mascarpone senza uova_fotografia Cristina Principale

Crema al mascarpone senza uova_fotografia Cristina Principale

Per i golosi che hanno problemi con le uova o per chi non ne gradisce il gusto, la ricetta di Bruno Sireno:

500 g di mascarpone fresco,
500 g di panna fresca,
5 g di vaniglia,
100 g di miele di nocciola

Montare la panna a crema, aggiungere la vaniglia, il mascarpone e il miele.
Posizionare in frigo per 2 ore.
Aggiungere a piacimento succose fragole al naturale.

Torta speciale al cioccolato di Modica e pere

Da dove nasce l’accoppiamento delle pere col cioccolato? /secondo atto

Torta al cioccolato di Modica e pere

Il cioccolato, da buon siciliano (arriva da Modica!), torna a conquistare le pere,
corteggiandole con semplicità;
senza burro, né uova giallissime, e soprattutto senza sdolcinate serenate di zucchero!
Ma con la ricotta di bufala del Gargano, il latte fresco ed il miele di nocciole dell’isole croate.
L’alcova del loro amore ritrovato è di farina di mandorle e vaniglia.
Così le pere e il cioccolato, convivono davvero felicemente, all’Osteria del Cirmolo a Bologna, accoppiati con gusto unico dall’enogastronomo Bruno Sireno.

Torta speciale al cioccolato

ad maiora

Campagna contro i semilavorati

Fiesta: Dolce semilavorato

Purtroppo l’uso dei semilavorati industriali per pasticceria è una piaga che ha colpito la gran parte degli esercizi. Sono prodotti industriali che permettono di abbattere i tempi di lavorazione e quindi i costi… peccato che in questo modo le brioche abbiano tutte lo stesso sapore (industriale, un po’ di panettone) e questo appiattisca il gusto fra una pasticceria e l’altra.

Gli esercizi che usano questi prodotti non capiscono che usare prodotti industriali per una attività squisitamente artigianale significa abbassare il valore del lavoro e del prodotto. Ci perdono tutti.

Viva i pasticceri che lavorano con gli ingredienti naturali invece che con quelli della Fiesta!
Vi invito a scovare i migliori e a segnalarli qui.