Semifreddo al Bellini con coulis freddo di pesca e gelatina al prosecco

Dopo aver scoperto il sorbetto del maestro Luciano Ferrari, con forti note di prosecco e pesche, DiegoeGodi rilancia con un dessert del ristorante “3 Leoni” di Bologna sulla stessa scia di gusto!

semifreddo 3Leoni_DiegoeGodi

E mentre DiegoeGodi sceglieva questo semifreddo, io invece ieri sera degustavo felicemente assaggi diversi di gelato e ne valutavo le caratteristiche, in un incontro organizzato dal CNA di Bologna con tre importanti maestri gelatieri!

ad maiora

Crostata con crema al limone,uva nera e pesche

Dopo aver provato la maestria dello chef Drudi, siamo tornati alla semplicità di uno squisito dolce domenicale estivo, con DiegoeGodi in cucina!

crostata di stagione_fotografia Cristina PrincipalePer l’impasto, letto della crema al limone, si possono seguire i suggerimenti tradizionali per una frolla di successo, come scrivevo l’anno scorso di questi tempi preparando una crostata di stagione:

150 grammi di burro,
30 di zucchero,
1 uovo intero,
250 grammi di farina,
qualche goccia di essenza di mandorle amare,
un pizzico di sale

Per la crema invece, ancora una ricetta fresca:

3 cucchiai di farina
3 di zucchero
1 bustina di vanillina e
la scorza di un limone affogata in
½ litro di latte fresco intero

Questa volta si è scelta l’uva nera e il tocco necessario della gelatina finale.

Che ne dite?

ad maiora

 

Rimedi sfiziosi: la battaglia di Zama

Lieta di presentare un altro rimedio sfizioso per la conquista del fresco piacere, passo la parola a DiegoeGodi che rompe il ghiaccio con la frutta colorata.  

“La decisiva vittoria di Scipione su Annibale pone fine alla seconda guerra punica e consegna a Roma il predominio nel Mediterraneo!”.

Cristina Principale


Nonostante il caldo torrido, il dugongo è alla costante ricerca di dolciumi e golosità e il suo appetito non conosce ostacoli. Per non ricorrere al solito gelato oggi sperimentiamo una ghiacciolino bicolore per combattere l’ormai arcinoto Scipione, il caldo africano:

Sembra un processo lungo e laborioso ma in realtà c’è solo da aspettare che il freezer faccia il suo dovere.

Per prima cosa abbiamo messo del latte parzialmente scremato (ma si può utilizzare anche il latte intero) nelle forme per il ghiaccio riposte in freezer.

Nel frattempo abbiamo preparato un frullato con

una mela verde,

un kiwi,

un cucchiaio di zucchero bianco

e 150 ml di acqua.

Il composto ottenuto è stato versato nelle forme per i ghiaccioli e messo a congelare.

Avevamo a disposizione un utensile alquanto insolito: delle formine per preparare dei bicchierini di ghiaccio così da creare 2 gusti uno dentro l’altro. (Se avete le classiche forme da ghiacciolo si possono riempire per metà con il primo composto e poi con l’altro!)

Mentre il congelatore..congelava, ci siamo concessi un caffè freddo Annibale..in realtà la nostra è stata una tattica per chiedere al gentile barista di regalarci alcune palette in plastica – per mescolare il caffè – che sono diventate lo stecco dei nostri ghiaccioli.

Tornati a casa abbiamo preparato il secondo composto, frullando

una manciata di fragole,

un cucchiaino di zucchero,

qualche cubetto di latte congelato

e un sorso di latte liquido.

Così abbiamo versato un cucchiaio di frullato rosa all’interno del bicchierino verde.

Ancora in freezer per circa quaranta minuti, al termine dei quali abbiamo inserito le palette in plastica nei contenitori da riporre di nuovo al freddo per completare l’opera.

Come ci insegna la storia, Scipione non sarà sconfitto…ma sicuramente vale la pena provare a combatterlo!

ZUCCHERO A VELO? “Canestrelli Pollock”

L’idea per questa disquisizione nasce da un pasto in compagnia di due splendidi amici che conducono una sorta di piccola battaglia contro il prezzemolo e lo zucchero a velo. Il prezzemolo si abbina ad ogni piatto, sta bene dappertutto? No. Personale e modestissimo parere di tre commensali riuniti una domenica qualunque in un ristorante bolognese. Nel vastissimo mondo dei dolci il prezzemolo è facilmente identificabile con lo zucchero a velo, ma vorrei prima spezzare una lancia in favore del suo utilizzo:
Si riesce ad immaginare un canestrello senza lo zucchero a velo?
In questo caso la presenza dello zucchero è fondamentale altrimenti cosa si addenta? Un a-canestrello o un alfa-canestrello: un canestrello privato di qualcosa. Ma quando ci sediamo in un ristorante e a fine pasto ordiniamo una semplicissima (ma assolutamente non banale) panna cotta al caramello, è proprio necessario che arrivi cosparsa o meglio seppellita da una coltre di zucchero a velo? Si può parlare di alfa-pannacotta??? No. Lo zucchero a velo non sta bene dappertutto. Per questo motivo oggi proponiamo una ricetta semplicissima che prevede l’uso del canestrello con il suo inseparabile zucchero a velo (ma non il prezzemolo). Li abbiamo chiamati “Canestrelli Pollock” in onore del maestro fondatore della tecnica del “dripping”, che consiste nel versare gocce di colore sulla tela invece di utilizzare il pennello.

Canestrelli Pollock_ArtemisiArtemista

Gli ingredienti sono:
canestrelli
cioccolato bianco
cioccolato fondente
frutta secca

Disporre i canestrelli su un vassoio. Sciogliere i due tipi di cioccolato a bagnomaria separatamente. Immergere la frutta secca nel cioccolato fuso e disporla nel centro del canestrello. Riempire due sac à poche con il cioccolato fuso da far gocciolare sui canestrelli. E prima che il cioccolato si indurisca del tutto si spolverino i biscotti con granella di pistacchio. Lasciar raffreddare e servire.

DiegoeGodi per BB&D

Baozi, boeri & dugonghi

Nella cucina cinese, un baozi, chiamato anche bao o bau, è un tipo di panino ripieno cotto al vapore. Può essere ripieno di carne e/o verdure tritate o anche di creme dolci. Nella cultura cinese, è man

giato sia nei pasti che a colazione.

Nello specifico i baozi dolci prendono il nome di:

doushabao ripieno di crema di fagioli rossi dolce (di colore marrone scuro);

lingyoong bau ripieno di crema di semi di loto zuccherata (di colore marrone chiaro);

naihuangbao ripieno di crema pasticcera.

Un boero, è invece un cioccolatino che racchiude una ciliegia sotto spirito.

Il dugongo (Dugong dugon) è un mammifero dell’ordine dei Sirenii; l’unica specie del genere Dugong e della famiglia dei Dugongidi. E’ un animale acquatico di grossa mole e di colore grigio-biancastro che può superare i3 metridi lunghezza, per un peso compreso tra 400 e500 kg. […] Il dugongo ha una struttura fisica tozza e compatta che gli ha fatto guadagnare il popolare soprannome di “mucca di mare”; anche la testa ha una forma insolita, caratterizzata da minuscoli occhi e orecchie e da un grosso paio di spesse “labbra”: mentre i primi sono però fattori propri di molti mammiferi marini (si pensi alla balena o all’orca), il secondo è posseduto solo da questa specie, ed è dovuto alla sua particolare dieta. La sua pelle è, al pari degli altri sirenii, usata principalmente come accumulatore di materia grassa, risorsa che torna utile durante l’inverno come protezione termica dalle basse temperature.

Ecco di cosa tratterò…di panini, cioccolatini e mammiferi…o più semplicemente di tutto e niente.

DiegoeGodi per godocoldolce.it_foto Cristina Principale

Da buon goloso sono anche curioso, il mio istinto mi guida verso nuove sensazioni e così in un infimo ristorante di periferia si scopre un naihuangbao, frequentando un ambiente familiare si RIscopre un boero, se si esagera si adotta un dugongo sulla cintura addominale. Il dugongo è sempre in agguato a ricordarci di non essere ingordi.

DiegoeGodi per BB&D