Babà al rum

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Cristina Principale
Cristina Principale
Golosa dal 1984. Storica dell’arte, e-writer e fotografa. Lavora nell’editoria, dedita al teatro e alla cucina.

Ri-cucino il testo de “Il nuovo oracolo delle torte” Edizioni del Baldo 2012

“Questo dolce ebbe origine per un fortuito gesto del principe polacco Stanislao Leszczinski, un tempo re di Polonia […] che durante un momento di malumore scagliò il dolce che gli veniva servito quasi quotidianamente contro una bottiglia di rum, acquavite dolce derivata dalla canna da zucchero. Ne nacque il babà al rum, così chiamato perché dedicato al famoso Alì, personaggio de “Le mille e una notte”, una delle letture preferite del sovrano polacco. Il babà arrivò presto a Parigi e a Napoli al seguito dei ‘monsù’, i cuochi francesi che prestavano servizio alla corte dei Borboni. A Napoli assunse la caratteristica forma a fungo o cappello dei cuochi; la pasta divenne più morbida e venne eliminata l’uvetta presente nella versione di origine. Il dolce ha assunto un’importanza tale nella cultura enogastronomica napoletana da diventare anche un modo di dire: nu’ babbà definisce una persona dolce, squisita o in grado di compiere difficili imprese.”

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