GodoCioc: Dal cacao alla cioccolata…

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Godo Coldolce
Godo Coldolcehttps://www.godocoldolce.it
Art director, copywriter e goloso, ha creato numerosi siti di varia natura fra cui Radio Pereira e Godocoldolce.

Con molto gusto e piacere vi presentiamo il nuovo rubrichista, amico goloso di godocoldolce.it Marco Barresi, che tra citazioni colte e aneddoti storici risponderà alle curiosità sul cioccolato “per concederci momenti di distrazione e addolcire i pensieri con la mente prima che col palato…”. Al suo primo appuntamento ci racconta la storia del passaggio dal cacao alla cioccolata.

Redazione

Nei bacini dell’Orinoco e nel Rio delle Amazzoni, oltre 4000 mila anni fa, cresceva, spontaneamente, la pianta del cacao. I primi a coltivare la pianta del cacao furono, probabilmente, i Maya; di seguito, anche gli Aztechi iniziarono da prima la coltura del cacao e dopo la produzione di cioccolata. La popolazione dei Maya usava bere la bevanda di cacao preparata con acqua calda, chiamandola, semplicemente, con il nome di chacauhaa, cioè acqua= haa e caldo= chaca.
L’origine della parola cioccolato, Chocolatl con molta probabilità, prendeva il nome di chocol di radice maya che significa caldo (sinonimo della parola chaca) atl di radice azteca che significa acqua. Secondo il missionario inglese Thomas Gage, l’origine della parola cioccolato sarebbe composta dalla parola nahuatl atl e dalla parola choco, onomatopeico che indicherebbe il suono prodotto dal molinillo, dal verbo nahuatl molinìa, che significa muovere, quindi, il rumore che fa la bevanda mentre viene sbattuta dentro i recipienti perché faccia la schiuma.
Nelle Americhe, si diffuse il consumo di una bevanda chiamata con il nome di Xocoalt, che veniva preparata con chicchi di cacao fermentati macinati con pietre e cotti con acqua, che si mischiava con spezie, miele di agave, farina di mais fermentata, annatto e vaniglia. Il cioccolato veniva consumato come bevanda fresca, amara, densa e spumeggiante. La sua caratteristica principale era la schiuma, che veniva anticamente ottenuta mediante travasi ripetuti dall’alto da un recipiente ad un altro. Il cacao veniva assunto durante le cerimonie importanti, offerto insieme all’incenso come sacrificio alle divinità. Theobroma cacao, dal greco “cibo degli dei”, è il nome scientifico con il quale il biologo Linneo identificò la pianta del cacao. Il cacao, oltre ad un impiego liturgico e cerimoniale, in tutta l’America centrale era considerato un articolo di lusso e i suoi semi erano usati come moneta di scambio, di conto e, anche, come unità di misura. Nel 1500 Cristoforo Colombo scopre nelle Americhe la pianta del cacao e ne porta per la prima volta i semi in Europa, ma solo con Hernàn Cortéz si ha l’introduzione del cacao in Europa in maniera più diffusa, era il 1519. Nel corso del XVII secolo il cioccolato divenne un lusso diffuso tra i nobili d’Europa e in Italia arrivò nel 1600 per merito del commerciante Antonio Carletti, il quale trasportò la ricetta dalla Spagna alla Toscana. Nella Venezia del Settecento nascevano le prime “botteghe del caffè” che erano, certamente, anche le “botteghe della cioccolata” e che facevano a gara per modificare la ricetta esistente inventando nuove versioni.

Oggi, il cioccolato è passione, esperienza sensoriale a 360° dall’olfatto al gusto, dalla vista al tatto.

fotografia da www.ventidicacao.it
fotografia da www.ventidicacao.it

“Il mondo si divide in: quelli che mangiano il cioccolato senza il pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato; quelli che non hanno il pane.”

Stefano BenniMargherita dolcevita, 2005.

 

 

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